Approvato in Commissioni Bilancio e Finanze della Camera l'emendamento al D.L. Aiuti con effetto retroattivo
Le banche potranno cedere i propri crediti fiscali, relativi al Superbonus 110% che detengono, ai loro stessi clienti dotati di partita Iva e questo con effetto retroattivo, cioè anche per quelli maturati antecedentemente al decreto Aiuti che è attualmente in conversione. A spiegarlo è il Senatore Gianni Pietro Girotto del M5S sulla sua pagina facebook.
L'emendamento approvato nella notte tra il primo e il due luglio, va a modificare l'art. 121, comma 1, lettere a) e b) del Decreto Rilancio (DL n. 34/2020) che ora prevede che le banche possono cedere il credito non "a favore dei clienti professionali privati di cui all'articolo 6, comma 2-quinquies, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58" bensì "a favore di soggetti diversi dai consumatori o utenti, come definiti dall’articolo 3, comma 1, lettera a), del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206".
Inoltre, aggiunge Girotto: “Non c'è però un meccanismo per cui la responsabilità per eventuali irregolarità correlate al crediti non cadano sull'acquirente, e quindi su questo continueremo a dare battaglia”.
Per il CNA ancora non ci siamo
Anche se Confederazione guarda con favore all'ampliamento della platea dei cessionari dei crediti legati ai bonus edilizi e l’allentamento delle restrizioni alla vendita, il CNA resta comunque critico sostenendo che: “Sullo sblocco dei crediti ancora non ci siamo”. La misura, prevista nella riformulazione dell’emendamento del Governo al decreto Aiuti, non garantisce la ripresa degli acquisti da parte degli intermediari finanziari consentendo così alle decine di migliaia di imprese di svuotare i cassetti fiscali pieni di crediti ma con la cassa di liquidità vuota.
La Confederazione riconosce l’attenzione del Governo e del Parlamento sull’allarme lanciato in merito al rischio collasso per oltre 30mila micro e piccole imprese che hanno l’assoluta necessità di recuperare la liquidità anticipata praticando lo sconto in fattura, ma occorrono soluzioni tempestive ed efficaci.
CNA inoltre rileva che il dibattito sul riordino dei bonus per la riqualificazione edilizia va nella direzione auspicata dalla Confederazione per definire un quadro normativo certo e stabile, ma sottolinea che in questa fase la priorità è scongiurare il fallimento di migliaia di imprese di una filiera fondamentale per la crescita del Paese”.