Nel 2021 le vendite di pompe di calore a livello globale hanno fatto registrare un aumento del 15% spinte dall’Unione Europea (+35%) e per il 2022 si prospetta un incremento record sulla scorta della crisi energetica globale a partire ancora una volta dall’Europa dove, nel primo semestre, alcuni Paesi hanno visto raddoppiare le vendite rispetto allo stesso periodo del 2021.
È quanto emerge dal rapporto speciale “The Future of Heat Pumps” dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) che evidenzia come nonostante nel 2021 circa il 10% del fabbisogno di riscaldamento degli ambienti a livello globale è stato soddisfatto dalle pompe di calore, sia necessario un sostegno politico per aiutare i consumatori a superare i costi iniziali.
Gli incentivi finanziari per le pompe di calore sono già disponibili in più di 30 paesi, che coprono complessivamente più del 70% della domanda di riscaldamento globale. Questa tecnologia ha potenziali di efficienza più elevati rispetto alle caldaie a combustibili fossili e la IEA stima che, con gli attuali prezzi dell’energia, una famiglia che adotta questa tecnologia può ottenere in un anno un risparmio che oscilla dai 300 dollari negli USA ai 900 dollari in Europa.
Tuttavia i costi per l'acquisto e l'installazione variano da due a quattro volte in più rispetto a quelli per una caldaia a gas. Oltre agli incentivi finanziari alcuni governi forniscono un supporto aggiuntivo alle famiglie a basso reddito dove, stima la IEA, i risparmi energetici derivanti da una pompa di calore possono oscillare tra il 2% e il 6% del reddito familiare.
Secondo le stime IEA le pompe di calore potrebbero favorire una riduzione delle emissioni globali di anidride carbonica pari ad almeno 500 milioni di tonnellate al 2030, l’equivalente delle emissioni annuali di CO2 dell’attuale parco automobilistico europeo.
Se i governi europei riuscissero a tagliare i traguardi di riduzione delle emissioni e di sicurezza energetica, le vendite annuali di pompe di calore in UE passerebbero dai 2 milioni del 2021 a 7 milioni entro il 2030. Attualmente un terzo della domanda di gas in Europa è rappresentata dal riscaldamento per gli edifici. Le pompe di calore potrebbero ridurre l’attuale domanda di gas dell’UE di quasi 7 miliardi di metri cubi al 2025, pari al gas naturale fornito dal gasdotto transadriatico nel 2021.
“Le pompe di calore sono una parte indispensabile di qualsiasi piano per ridurre le emissioni e l'uso di gas naturale e una priorità urgente nell'Unione europea oggi” ha dichiarato il direttore esecutivo IEA, Fatih Birol, sottolineando che “le pompe di calore saranno al centro degli sforzi per garantire che tutti possano riscaldare le proprie case quest'inverno e il prossimo, per proteggere le famiglie e le imprese vulnerabili dai prezzi elevati e per raggiungere gli obiettivi climatici".