Continua lo sviluppo della tecnologia delle celle anti solari: raggiunta la produzione di 50 milliwatt di energia ora si punta al raddoppio
Il 5 aprile è stato pubblicato uno studio su Applied Physics Letters che racconta gli ultimi passi avanti compiuti nel campo delle celle anti solari dalla Stanford University. In particolare, un gruppo di ingegneri ha realizzato un nuovo prototipo di celle anti solari capace di fornire fino a 50 milliwatt di energia, il doppio rispetto ai precedenti risultati, ma non ancora sufficiente per rendere la tecnologia appetibile sul mercato. I ricercatori, infatti, puntano a generare almeno 1 watt per metro quadrato.
Tra gli scienziati che hanno partecipato allo studio anche Shanhui Fan, ricercatore già presente nel team della Stanford University che nel 2020 aveva pubblicato sulle pagine di Acs Photonics il primo studio di successo in materia nel quale venivano sviluppate un tipo di celle solari, definite "anti-solar", in grado di generare energia dal sole di giorno e “invertire” il funzionamento di notte per continuare a produrre elettricità.
Come avviene la produzione di energia notturna?
Ma come funzionano le celle anti solari? Il principio alla base del loro funzionamento è l'integrazione della tradizionale tecnologia fotovoltaica a un generatore termoelettrico (TEG) basato sul raffrescamento radiativo notturno. Nello specifico, le celle fotovoltaiche di notte irradiano energia termica al cielo raggiungendo temperature più basse di alcuni gradi dell’aria circostante. Integrando ai pannelli un modulo termoelettrico è possibile generare tensione, e quindi corrente, dal gradiente di temperatura creato tra cella e aria da qui la produzione di energia notturna. Si tratta di una tecnologia importante che permette di superare uno dei principali limiti delle celle fotovoltaiche ovvero il non funzionamento notturno.