Protestano le associazioni della filiera termoidraulica: “Chiediamo con forza che quanto previsto dall’art. 28 possa essere ritirato al più presto”
A una settimana esatta dal via libera da parte del Consiglio dei Ministri, il decreto “Sostegni ter” è stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. All’articolo 28, “Misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche”, si trovano le modifiche alla normativa sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi. Non sarà più possibile, in sostanza, cedere i crediti più di una volta: i beneficiari della detrazione potranno cedere il credito ad altri soggetti – come banche o altri intermediari finanziari – ma questi non potranno cederlo a propria volta. Con un limite temporale ben preciso: i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 sono stati oggetto di una delle opzioni previste agli articoli 121 e 122 del decreto rilancio – cessione o sconto in fattura – potranno essere ulteriormente ceduti una sola volta ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari.
Per il mondo dell’edilizia rappresenta naturalmente una novità significativa, che rischia di vanificare i benefici economici garantiti finora dai bonus edilizi. La cedibilità dei crediti, infatti, ha permesso finora anche ai soggetti più “piccoli” del mercato di offrire il servizio dello sconto in fattura. La stretta operata dal decreto Sostegni ter riporta quasi a una situazione pre-decreto rilancio, favorendo i soggetti più grandi del mercato – quelli con maggiori disponibilità liquide – che potranno permettersi di continuare a garantire ai propri clienti la possibilità dello sconto in fattura.
Per questo si sono levate già numerose proteste dal mondo delle piccole imprese. CNA Varese, ad esempio, aveva parlato del nuovo decreto – prima come di un vero e proprio “fulmine a ciel sereno”, che pone un grave rischio per “artigiani, micro e piccole medie imprese”, che si ritrovano con la prospettiva di dover chiudere per mancanza di liquidità. Secondo Gualtiero Fiorina, Responsabile Installazione Impianti e Costruzioni di CNA Varese, il decreto “provocherà uno tsunami sull’intera filiera impegnata nelle operazioni di efficientamento energetico e recupero del patrimonio edilizi.”
Le associazioni della filiera termoidraulica – AiCARR, ANGAISA, Assistal, Assoclima e Assotermica federate Anima Confindustria, CNA Installazione Impianti, Confartigianato Impianti – hanno diramato un comunicato stampa congiunto in cui chiedono con forza che quanto previsto dall’art. 28 “possa essere ritirato al più presto”. “Sappiamo che potranno esservi modifiche nel corso dell’esame in Parlamento per la conversione in legge, ma abbiamo bisogno di certezze fin da subito perché l’impatto negativo lungo tutta la filiera è reale e si sta già facendo sentire”.
“È indubbio – proseguono – che tutto ciò introduca incertezze tra gli operatori e blocchi un mercato che ha invece bisogno di chiarezza e semplificazioni; basti pensare che ancor prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del testo molte imprese si sono viste rinegoziare le condizioni finanziarie inizialmente pattuite per la cessione del credito con notevoli perdite”.