Scegliere prodotti Made in Italy per aiutare le aziende del territorio a ripartire. È questo l’appello lanciato da Italtherm, storica azienda di Piacenza specializzata nella produzione di sistemi di riscaldamento e climatizzazione, che lancia sui principali canali social la campagna "Io Compro Italiano".

Con questa iniziativa, l'azienda  intende sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della scelta di prodotti e servizi realizzati sul territorio italiano ed invita tutti i propri installatori e i cittadini a condividere sui social una fotografia realizzata insieme ad un prodotto Made in Italy accompagnata dall'hashtag #IoComproItaliano.

L’emergenza sanitaria che sta colpendo il Paese rischia infatti di mettere in ginocchio l’economia italiana, con conseguenze ancora non del tutto prevedibili. Il centro studi di Confindustria stima una caduta del PIL dei primi due trimestri del -15% circa. Ipotizzando un superamento della fase acuta dell'emergenza sanitaria a fine maggio si stima un -8% per il 2020. La produzione industriale si è già ridotta del 16,6% in marzo su febbraio e il settore delle vendite delle caldaie murali ha subito un calo del 34% a marzo e del 70% ad aprile.

“Che il 2020 si profili come un anno difficile non è certo un segreto,  ma sarà possibile ripartire non solo con il duro lavoro delle aziende e delle industrie ma soprattutto con il contributo e le scelte di tutti i consumatori: è questo il messaggio che vogliamo comunicare con la nostra campagna #IoComproItaliano” – dichiara Paolo Mazzoni, presidente di Italtherm. “Con la ripartenza sarà fondamentale la scelta da parte dei consumatori di prodotti e realtà del nostro territorio. Dal turismo, al settore alimentare e artigianale, fino ai settori manifatturieri più tecnici come quello dei sistemi di riscaldamento: favorire il Made in Italy sarà il modo più immediato per aiutare il Paese a ripartire, contribuendo a valorizzare i sacrifici fatti dalle tante aziende rimaste chiuse durante il lockdown.”

La storia stessa di Italtherm è un esempio del fatto che risorgere è possibile: l’azienda è rinata infatti dalle ceneri di un’azienda piacentina con sede a Pontenure, co-fondata da Paolo Mazzoni nel 1970 e rilevata da una multinazionale tedesca nel 2007 per essere trasformata in un player internazionale. La crisi tuttavia ridimensionò i piani dei tedeschi che decisero di delocalizzare la produzione in altri paesi e di chiudere lo stabilimento piacentino.

"Dopo la chiusura ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo avviato un nuovo progetto, coinvolgendo il personale rimasto disoccupato e riaprendo lo storico stabilimento di Pontenure (PC). Grazie all’esperienza più che trentennale, abbiamo messo a punto prodotti innovativi e dato vita ad una nuova azienda di successo. Ci piace quindi pensare a noi come ad una araba fenice, capace di risorgere anche tra mille difficoltà e così sarà anche dopo questa emergenza", conclude Mazzoni. 

 

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