Carroccio6 è un dinamico spazio espositivo inaugurato da pochi mesi a due passi dalla basilica di Sant’Ambrogio in centro a Milano. Lo spazio trae ispirazione dal binomio architettura e arte per diventare un moderno foyer immaginario, un luogo dove il design domestico - fatto di prodotti, ispirazioni e materiali innovativi - incontra la domanda di bellezza, fruibilità e sostenibilità che arriva dal mercato.
Le realtà industriali coinvolte sono: FIORA con le soluzioni total bathroom in Silexpol® un materiale resistente eperfetto per superfici bagnate e ambienti umidi. Composizioni di mobili, piatti doccia, radiatori e complementi d’arredo disponibili in tantissime texture e colori. FLAIR SHOWERS con le sue cabine doccia pieghevoli e walk-in con cristallo disicurezza da 8 e 10 mm perfetta sintesi di qualità, tecnologia e versatilità. FELLI con le sue soluzioni outdoor in perfetta armonia tra natura e tecnologia,propone rivestimenti parete, frangisole, decking, e molte altre soluzioni applicative in esterno dove le qualità estetiche e sensoriali del legno si uniscono alle performance dei polimeri, in un’alchimia inimitabile.
Il filo che unisce questi marchi è solido e ben rappresentato dal lavoro di TEC&De, dinamica e storica agenzia lombarda che ha creato Carroccio6 allo scopo di suggerire soluzioni al servizio di chi abita la casa e non viceversa, prestando grande attenzione alla selezione e combinazione degli elementi d’arredo.
“Carroccio6”, spiega Raffaella Occelli di TEC&De, “è stato ispirazione per essere parte integrante di uno spazio con partner complementari, pensato come una casa dove invitare gli architetti e il pubblico a vivere un’esperienza nuova e stimolante”.
Questo mondo in trasformazione è stato presentato ufficialmente per la prima volta lo scorso 15 dicembre in occasione della prima mostra evento nata con il teatro e per il teatro, contaminata dal design e partecipata da artisti che hanno accettato l’invito del critico d’arte Roberto Borghi adottando un piccolissimo teatro milanese. (ndr. altri due appuntamenti sono previsti per i prossimi mesi).
Borghi, architetto e giornalista esperto di cultura e spettacolo ha raccontato la mutazione dei foyer dei teatri milanesi che, da semplici spazi in cui far sostare gli spettatori in attesa, diventano luoghi atti a trasmettere l'identità complessiva del teatro, veri e propri modelli di design.
Il libro “Foyer: opere per i piccolissimi teatri Milanesi”
Il racconto prende vita anche attraverso la presentazione di un libro “Foyer: opere per i piccolissimi teatri Milanesi” realizzato ad hoc per questo progetto, libro che oltre a presentare le opere degli artisti che partecipano attivamente al ciclo di eventi avrà anche l’ambizioso obiettivo di aiutare finanziariamente i piccolissimi teatri milanesi spesso dimenticati dalle istituzioni.
Il libro mette a disposizione l’arte e il design insieme, il palcoscenico e il teatro d’autore. Con una missione: "contaminare le arti visive con il teatro in un’ottica di tecnologia e bellezza, innovazione ed heritage, sostenibilità ed avanguardia”.
“Creiamo scenari per dare una risposta all’attuale necessità di suddividere tutti gli spazi residenziali e pubblici. Il libro è il foyer di un teatro in cui si svolge uno spettacolo etico, un tentativo nuovo di cogliere la forma di un mondo in movimento.E allora chiudiamo gli occhi - il teatro è immaginazione - e poi riapriamoli. Ecco che l'immaginazione strizza l’occhio al design”- Riccardo Camponovo responsabile di Carroccio6.
Gli artisti e le loro opere
Per rendere ancora più affascinante il viaggio, all’interno dello spazio Carroccio6, sono esposte le opere di artisti che hanno in modo diretto interpretato il cambiamento del foyer, luogo di incontro e di relazione.
Elena Borghi si è focalizzata su alcuni dettagli della scala che introduce al foyer di LabArca, e che a suo modo funge anch’essa da foyer. L’opera coglie le interferenzecromatiche che si presentano in uno spazio ovviamente minuscolo ma suggestivo, contraddistinto da un’eleganza volutamente retrò.
Anna Muzi Falconi ha scelto invece di formulare una sorta di “proposta d’integrazione” al foyer di fACTORy32. In una sala connotata da colori e arredi dal sapore cinematografico che sembrano ricreare un set, Anna ha introdotto degli oggetti stranianti e sottilmente conturbanti, che riescono però a creare un’inedita sintonia con il contesto per il quale sonopensati.
Gian Marco Capraro presenta durante la mostra la sua pittura intrisa di veemenza e visionarietà, ispirata dagli stili in puro stile Berlino anni Venti presenti nel foyer del Teatro della Contraddizione. Uno spazio che, a proposito di set e rimandi cinematografici, ricordacerte ambientazioni di Cabaret, il film di Bob Fosse tratto dai romanzi di Christopher Isherwood.